liberamente tratto da "Le assaggiatrici" di Rosella Postorino
uno spettacolo di Sandro Mabellini drammaturgia Gianfranco Pedullà con Silvia Gallerano, Alessia Giangiuliani fisarmonica e voce Marlene Fuochi musiche originali Francesco Giorgi scenografia Giovanna Mastantuoni costumi Veronica Di Pietrantonio produzione Teatro Popolare d’Arte
L’assaggiatrice di Hitler racconta la storia di Rosa Sauer, una donna fragile e incapace di reagire come molti alle violenze e ai soprusi del periodo nazista, che viene obbligatoriamente reclutata per diventare un’assaggiatrice dei pasti del Führer, paranoico e ossessionato di essere avvelenato. Rosa sapeva che ogni giorno avrebbe potuto non tornare a casa, non era felice, ma non riusciva ad opporsi; per lei quel cibo, anche se potenzialmente avvelenato, era sopravvivenza.
Una storia che racconta anche l’assenza dell’amore, sentimento violentato dalla storia, che spinge i protagonisti verso una vita esclusivamente materiale, di pura sopravvivenza. Questo descrive tutto il conflitto interiore che la protagonista viveva ogni singolo giorno: era il male che soccombeva al bene o era la fame che soccombeva al male?