concept e direzione artistica | Filippo Rosati
R&D Umanesimo Artificiale
produzione | operating system. Studio
tecnica Neve s.r.l.
È possibile essere liberi in un mondo in cui ogni esperienza, pensiero, identità è una costruzione artificiale? Ambientata in un futuro non identificato dove l’umanità ha perso il controllo ed è interamente governata dagli algoritmi, Spazio Latente immerge il pubblico in un teatro anatomico virtuale per un’esperienza digitale immersiva: un’operazione chirurgica di inserimento di un dispositivo impiantabile nel cervello di P1, il personaggio che ha deciso di farsi “hackerare” e innestare memorie ed esperienze di vita altrui, per recuperare una fiamma di vita nuova. Quali le conseguenze di questa scelta?
Attraverso una diretta su Twitch, il pubblico potrà seguire in tempo reale l’operazione chirurgica e influenzare le funzionalità e i settaggi dell’impianto, “hackerando” il neuralink del paziente: gli spettatori potranno decidere post-operazione se archiviare tutti i ricordi precedenti o se eliminarne qualcuno. L’interazione avverrà tramite la chat e i sondaggi di Twitch.
Il progetto invita gli spettatori a un viaggio oltre i limiti dello spazio fisico, superando le convenzioni del teatro tradizionale ed abbracciando tecnologia, arte e coscienza umana. Speculando su nuove forme di interfacce neurali, gli spettatori vengono immersi in una miscela dinamica di storytelling, gameplay interattivo e stimolazione sensoriale. La piattaforma online (spazio web 3D) funge da portale verso un mondo nuovo, fatto di esperienze progettate per affascinare i sensi e stimolare l'immaginazione. Ma oltre al semplice intrattenimento, Spazio latente funge anche da piattaforma per esplorare domande profonde sulla natura della coscienza, sull’identità e sulle implicazioni etiche delle neurotecnologie emergenti. Essendo parte attiva dell’azione performativa, i partecipanti sono incoraggiati a contemplare le implicazioni di un mondo in cui i confini tra digitale e organico sono sempre più sfumati.
Filippo Rosati è fondatore di Umanesimo Artificiale, realtà che lavora con tecnologie esponenziali in campo artistico e opera in tutto il mondo dall'Italia, con una rete di partner europei. Umanesimo Artificiale nasce con l'intento di indagare cosa significa essere umani nell'era dell'intelligenza artificiale. Promuove il pensiero creativo-computazionale attraverso il canale delle arti digitali e dello spettacolo, e sensibilizza verso una relazione fertile tra artisti e nuove tecnologie.