EMERALD
un poemetto sullo sparire
progetto di installazione poetica
di e con Azzurra D'Agostino
con la partecipazione di Associazione Fabbricaimmagini
Nel 2020 durante la pandemia Fabio Sebastiano pubblica alcuni scatti delle zone di Chernobyl/Prypiat. Azzurra rimane colpita da Emerald un villaggio una volta destinato ai figli dei dirigenti della centrale e poi utilizzato come dormitorio per i liquidatori dei rifiuti radioattivi. Casette a misura di bambino immerse nel bosco, con disegni a cavallo tra le fiabe russe e l’immaginario disneyano, un piccolo parco giochi ora arrugginito, canoe per navigare il fiume. Ma Azzurra non sa che poche settimane prima della pubblicazione delle foto, Emerald è stata distrutta dagli incendi dolosi che hanno colpito le zone vicine.
L’idea che si possa devastare anche quanto è già stato reso inabitabile, risulta sovrumana e al contempo stupefacente. Senza bene sapere in che direzione andare, ho iniziato a scrivere a partire dalle foto di Fabio. Nacque così il primo capitolo di quello che in seguito ho capito essere un poema per dire addio alle cose, suggellare il nostro mondo. E, forse, renderci conto di quanto ci sia caro. Da questa sensazione nasce il progetto editoriale ed installativo, che narra l’esigenza di dire addio alle cose: al bosco, agli animali, all’architettura, alle stelle e all’universo, per ricordarci quanto è potente, meraviglioso e fragile quello che noi chiamiamo il “nostro mondo”.
Ho chiesto ad amici fotografi dei loro scatti di archivio che potessero mostrare questo dire addio, dando in consegna i destinatari di questo addio, che sono i capitoli in cui è diviso il poema.
Per la residenza a Castiglioncello sono stati coinvolti i fotografi dell'Associazione Fabbricaimmagini