HAMLET
liberamente tratto dalla grandiosa opera di William Shakespeare
con Giorgio Pasotti (Amleto) e Mariangela D’Abbraccio (Geltrude)
e con Claudia Tosoni (Ofelia), Gerardo Maffei (Re Claudio e lo Spettro), Davide Paganini (Polonio), Pio Stellaccio (Laerte), Andrea Papale (Guildersten) e Salvatore Rancatore (Rosencrantz)
Regia Francesco Tavassi
Scene Alessandro Chiti
Costumi Sabrina Beretta e Serena Manfredini
Musiche Davide Cavuti
Aiuto regia Chiara Menozzi
Direzione tecnica Massimo Morlacchi
Video mapping Hermes Mangialardo
Disegno luci Francesco Faraso
Foto di scena Chiara Calabrò
Produzione TSA Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni, FattoreK
IN BREVE
In tutto il panorama di personaggi Shakespeariani non esiste un eroe più moderno di Amleto.
Questo perché già diversi secoli prima della nascita della psicanalisi, Amleto s’impone come un personaggio dalla psiche profonda e complessa. La sua battaglia, prima ancora che col mondo esterno è interiore e quindi attuale.
Non devono trarre in inganno, le armi, il regno di Elsinore, il linguaggio d’altri tempi, Amleto vive e si nutre ad ogni rivisitazione del tributo che si paga ai capolavori; adattandolo non se ne scalfisce il valore, semmai lo si rinnova. Ad ogni rivisitazione il suo mito cresce, si scoprono nuove aderenze alla contemporaneità e s’accresce la precisione della sua spada perché penetri con maggior precisione.
Nella sua incapacità di scegliere – nel subire il peso fisico e terreno che deriva da tali indecisioni – nell’isolamento che arriva a sfiorare la follia, Amleto è un personaggio dei giorni nostri. Un uomo imprigionato nella sua condizione, simile in tutto e per tutto a quelli che s’incontrano lungo i marciapiedi delle nostre città.
Uomini di ogni età e ceto sociale, incapaci di reagire alle avversità che li hanno presi di mira, paralizzati in attesa di un evento che li strappi alla loro condizione e li faccia ripartire, animati dal desiderio di rivalsa verso la società che li ha declassati, la donna che li ha delusi. Dagli affetti che avrebbero dovuto proteggerli.