Elena Bucci - Le Belle Bandiere
CANTO ALLE VITE INFINITE
Adattamento N. 2 per Castiglioncello
Progetto Terra Mater Matrigna
prima nazionale
di e con Elena Bucci
musiche originali al pianoforte e alla fisarmonica eseguite dal vivo Christian Ravaglioli
luci Loredana Oddone
drammaturgia sonora e cura del suono Raffaele Bassetti
scene Nomadea, Loredana Oddone
collaborazione al progetto Nicoletta Fabbri
costumi Marta Benini
produzione Le belle bandiere
con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Russi
foto Luca Bolognese, Patrizia Piccino
documentazione video Stefano Bisulli per Monofilm
durata 70’
Ogni volta che un’onda del tempo trascina via quello che non serve, si rinnova la mia curiosità verso i volti, i luoghi, le vite. Ritrovo in me una miriade di voci che non so da dove vengano e spesso ritorno dove sono nata per capirlo e per inventare un nuovo spettacolo che fa parte di uno stesso grande quadro. La mia terra d'acqua, di nebbia, di palude, di mare è per me una porta magica, un grande libro: ogni angolo del paesaggio è una pagina, ogni persona che passa una storia. Parlano le pietre, parlano le case, parlano le persone anche se stanno zitte, parla anche l’aria e mi racconta quello che non vedo più, quello che non farò in tempo a vedere. La realtà di ogni giorno diventa epica, leggenda. Conoscendo e raccontando questo luogo mi pare di comprendere il mondo intero. Imparo a guardare e ad amare ogni luogo come se fosse la mia patria e casa mia. Mi circondano da ogni parte amabili fantasmi che mi fermano l’auto, mi tirano per la giacca, si intromettono, pretendono: racconta di me, se non lo fai tu, chi mai lo farà? E se muori prima? Chi si ricorderà di me? So che non potrò mai raccontarli tutti, ma visto che ho cominciato, dovrò pure continuare. E infatti, gridano in coro. Mi fanno piangere e mi fanno ridere. Delle tragedie non si ride, ma nelle tragedie ridere si può.
E quante sorprese. Un’inondazione può unire le generazioni, le terre, le regioni, una guerra può svegliare il coraggio, i fiori d’acacia diventano frittelle. Coloro che sono chiamati vecchi, invisibili e dimenticati, siedono ad un posto d’onore e quando parlano conviene ascoltare, perché ne sanno, di vita, eccome.