Gogmagog
IL COCCODRILLO
da Fedor Dostoevskij
prima nazionale
di e con Tommaso Taddei
luci Antonella Colella
produzione Gogmagog
con il sostegno di Regione Toscana/Sistema Regionale dello Spettacolo
e con il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro e del Centro di Residenza della Toscana
(Fondazione Armunia Castiglioncello – CapoTrave/Kilowatt Sansepolcro)
durata 50’
Pietroburgo, anni sessanta dell'ottocento, in un negozio del Passage, l'elegante galleria commerciale da poco inaugurata, un tedesco espone a pagamento un coccodrillo. Il funzionario Ivan Matveic e la sua bella moglie Elena Ivanovna vanno ad ammirare l'esotica attrazione con un amico di famiglia. Ma quando Ivan Matveic cerca di solleticargli il naso il coccodrillo lo inghiotte in un sol boccone. Sventrare l'animale sembrerebbe l'unica soluzione. L'uomo però sta bene, anzi, insiste per volersene stare lì dentro, decantando questa o quella meraviglia della sua nuova incredibile condizione. Lontano dagli svaghi mondani, sostiene potrà dedicarsi a migliorare le sorti del genere umano, e dall'interno del coccodrillo verranno la verità e la luce.
Il racconto, incompiuto e paradossale, rivela un inedita comicità di Dostoevskij che utilizzando il corpo come metafora e anticipando altre e più tremende metamorfosi novecentesche, ci accompagna in una riflessione attorno al concetto di verità. L'autore definì Il coccodrillo una birichinata letteraria scritta soltanto per far ridere, ma al suo interno troviamo, tra il grottesco e l'assurdo, riflessioni, implicazioni filosofiche, sociologiche e politiche che, a distanza di un secolo e mezzo, parlano a noi contemporanei e al nostro mondo come solo un “classico” riesce a fare.