PROVE PERTE RESIDENZE
Elisa Sbaragli
E DOMANI_studio
coreografia Elisa Sbaragli
danza Lorenzo De Simone, Alice Raffaelli
dramaturg Eliana Rotella
suono Edoardo Sansonne
voce Elena Griggio
direzione tecnica Fabio Brusadin
costumi Chiara Corradini
cura e promozione Marco Burchini
produzione Tir Danza
con il sostegno di Citofonare PimOff, HOME Centro Creazione Coreografica 2023/Perugia
progetto residenze di Dance Gallery, Sosta Palmizi, Cross Project, Anghiari Dance Hub,
Teatro della Contraddizione, Scintille - Festival delle Arti Performative, ArtGarage,
Armunia|Festival Inequilibrio, South East Dance (UK), D.ID Identity (AU)
selezionato alla NID Platform 2024 nella sezione Open Studios
Sembra che l’essere umano abbia bisogno di trovarsi in uno stato di emergenza per agire e che riesca a contemplare l’esistenza del cambiamento solo quando è inevitabile, dove non c’è più nulla a proteggerlo e si deve spogliare da ogni certezza. Fino ad allora l’unica opzione è sopravvivere come si può. Ignorando, dimenticando, procedendo in un tragitto che ha come unico centro d’interesse il proprio ego, in una cecità, più o meno consapevole dell’Altro che mi sta attorno.
In scena due corpi, due traiettorie che segnano il confine di uno spazio liminale, un corridoio che avanza in perenne confronto con lo sguardo di chi osserva. Una traiettoria ripetitiva che basa il suo “andare avanti” sulla performatività del mostrarsi, del farsi guardare, obbligando il corpo a esporsi sempre di più, fino a superare il limite fisico dell’umano. In questa bulimia dell’immagine, in questo culto dell’individualismo, lo sguardo dei performer si annienta, sprofondando in una cecità corporea ed esistenziale.
Sarà necessaria una ricollocazione dello sguardo e di se stessi, del significato del proprio corpo e dello spazio che si occupa per potersi ricongiungere con la dimensione umana e collettiva dell’accogliersi, del muoversi insieme nel mondo.
I due performer, rappresentanti di una collettività rinchiusa in una monade di schemi, muri e protezioni, incontrano l’alterità e dunque se stessi fino a toccarsi, attraversando insieme una crisi condivisa.