"La società è come uno specchio andato in frantumi, ogni scheggia rappresenta una parte di noi che cadendo a terra ha preso una sua identità autonoma, definita, legata all'originale solo attraverso un algoritmo, gestito da una mente alveare che divide et impera sulle singole parti della nostra stessa identità. Il Grande Fratello si è evoluto, è passato all'azione e dopo la disgregazione dei rapporti umani, ora punta alla disgregazione delle nostre anime"
Emanuele Cerra - direttore artistico di Evoè!Teatro
Dalla sua fondazione nel 2011 il gruppo si occupa dei nuovi linguaggi della scena contemporanea e nuove drammaturgie di autori viventi. Evoè! in origine rappresenta l'urlo delle baccanti, che liberavano la loro energia distruttiva al culmine del rito dionisiaco. È un atto di rivolta, liberatorio ma al tempo stesso doloroso, un' espulsione dal corpo di una parte di sé, una parte tossica e corruttrice alla quale noi stessi ci siamo sottomessi credendola salubre. Rifacendosi al mito dalle baccanti, il centro della ricerca è la disgregazione: lo sparagmos sociale che prende spunto dalla pratica attraverso la quale le donne di Bacco smembravano l'uomo al culmine del rito orgiastico per poi seppellirne gli arti ai quattro angoli del mondo. La nostra poetica riflette una commedia oscura, cinica, "nera", la risata è amara, il pianto ridicolo: se ridi, ridi della tua stessa goffaggine, ma non c'è compassione per i vinti sono vinti e basta e tu sei al massimo puoi indignarti o esserne il carnefice.
Proponiamo un teatro mai consolante, sempre sulla corda, che chiede allo spettatore una presenza attiva, una sua quota interpretativa. Rappresentiamo la società, con un'accezione cruda, così com'è, senza filtri romantici e senza passato né futuro. La società dell'adesso, che rifiutiamo nelle nostre menti ma viviamo sui nostri corpi, nelle nostre notti insonni, nei nostri sguardi stanchi, nella vaga speranza di tempi migliori e dalla quale spesso la nostra mente fugge. Un'estetica spesso disturbante agli occhi dello spettatore ed amorale: spetta al pubblico costruire un mondo diverso se lo vuole, migliore o peggiore in base a ciò che la rappresentazione risveglia in sé, sarà lui stesso a mettere in atto un processo consolatorio se vuole, a noi spetta la testimonianza del nostro tempo.
Compagnia Teatro Rovereto
Info
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Via G.Modena, 21
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